Migrantour Napoli. Chi siamo? Siamo persone di diverse nazionalità (capoverdiana, senegalese, italiana, somala, srilankese, ucraina, ghanese …), viviamo e lavoriamo a Napoli e ne siamo innamorati, ognuno per le sue ragioni. Qualcuno di noi a Napoli ci è nato, come Andreina, qualcuno ci vive da una vita, come Pierre, Jomahe, Carmen, Louis, Omar, Priscilla, Yuliya e Charuni, qualcun’altro ci è arrivato da poco, come Laura. Vi raccontiamo qualcosa di noi, perché prima di tutto vengono le persone.
Dopo Andreina e Jomahe e Pierre la parola a Priscilla, accompagnatrice interculturale Migrantour.
Ciao a tutti! Mi chiamo Priscilla Donkor, ho 22 anni e sono studentessa di biologia al secondo anno. Sono nata a Palermo, cresciuta a Napoli, africana da parte di papà e brasiliana da parte di mamma. Collaboro con Migrantour da alcuni anni, mi capita soprattutto di accompagnare alcuni gruppi di canadesi che viaggiano con l’agenzia di turismo responsabile G Adventure e la Fondazione Planeterra. Mi piace davvero tanto far conoscere Napoli agli altri, per come la vedo e vivo io, e sono contenta quando riesco a far cadere alcuni stereotipi che ancora oggi troppo spesso pesano sulla mia città.
L’itinerario che conduco muove intorno a Piazza Mercato. La prima tappa è la Chiesa di Santa Maria del Carmine, dedicata a una Madonna di carnagione scura la cui icona – racconta la tradizione – è arrivata a Napoli insieme ad alcuni monaci in fuga dalla Palestina. Si tratta di una Madonna veneratissima dai napoletani, tanto che una delle invocazioni più diffuse è ancora oggi ‘A Maronn ro’ Carmine. Ogni volta quando sono qui con il gruppo racconto che da bambina la prima volta che ho visto la Madonna bruna sono rimasta scioccata tanto da piangere e ho detto a mia madre che non ci volevo più tornare, perché a una Madonna nera non ci ero abituata. I partecipanti alla passeggiata sorridono e io aggiungo: “cose da pazzi”.
Poi dalla Chiesa del Carmine arriviamo alla moschea gestita dall’Associazione Zayd Ibn Thàbit e fondata nel 1997 negli spazi di un ex convento su iniziativa di un gruppo di italiani e somali, allo storico mercato del pesce ‘ncopp’ ‘e mura fino ai tanti alimentari, negozi per le feste, take away e bigiotterie ricolme di pietre importate dall’Asia aperti da pakistani e bengalesi tra via Lavinaio e Porta Nolana.
Durante la passeggiata incontriamo luoghi che in passato furono importantissimi e che purtroppo oggi rimangono abbandonati e vediamo come la presenza di cittadini di origine straniera ha in parte aiutato questa porzione di città a risollevarsi: tocchiamo con mano uno dei tanti lati positivi della migrazione.